Sesto Empirico. Contro gli astrologi,
a cura di Emidio Spinelli
Il Contro gli astrologi di Sesto
Empirico rappresenta senza dubbio un testimone privilegiato, quasi l'anello
conclusivo di una lunga catena di argomentazioni anti-astrologiche formulate sin
dall'età ellenistica. Di questo breve trattato polemico viene ricostruita in
sede introduttiva la struttura compositiva globale, con particolare attenzione
alle possibili fonti utilizzate da Sesto e alle sue conclusive, probabilmente
originali, prese di posizione contro i fondamenti della prassi astrologica.
Viene quindi offerto il testo greco e una nuova traduzione dello scritto,
seguita da essenziali note di commento, che spiegano punti particolarmente
difficili del testo, fornendo opportuni rinvii a passi paralleli della
tradizione tecnica astrologica e più in generale filosofica.
Francesca Alesse, La Stoa e la tradizione
socratica
La stoa ha fatto costante riferimento a
Socrate, del quale ha voluto raccogliere l'eredità di pensiero e conservare il
tratto esemplare. Ma Socrate rappresenta, com'è noto, un complesso problema
storiografico, determinato dall'assenza di scritti del filosofo e da
un'articolata e talora discorde trasmissione scolastica delle sue dottrine. I
primi Stoici si trovarono di fronte a difficoltà non del tutto dissimili da
quelle che deve fronteggiare lo storico moderno: pur disponendo di una
documentazione più ricca di quella esistente attualmente, anche un interprete del
III secolo doveva tentare di ricostruire, tra le immagini di Socrate consegnate
dai suoi discepoli nei cosiddetti dialoghi socratici, un ritratto coerente.
Questo saggio si prefigge di individuare quante e quali fonti socratiche furono
disponibili al fondatore della Stoa sul finire del IV secolo a.C., e quali
furono le relazioni che gli Stoici di III e II secolo ritennero di poter
instaurare tra le proprie dottrine e la tradizione socratica.
La filosofia in età imperiale. Le scuole e
le tradizioni filosofiche, a cura di
Aldo Brancacci
Questo volume raccoglie le relazioni
presentate al I Colloquio sulla filosofia in età imperiale svoltosi a Roma
presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 17 al 19 giugno 1999. Il
Colloquio ha riunito un gruppo un gruppo di studiosi tra i più accreditati
delle principali tradizioni filosofiche che attraversano l'età imperiale,
allargando il suo sguardo anche alla tradizione scientifica e alla sua posterità
tardoantica. Questo il contenuto del volume: A.M. Ioppolo, Decreta e
praecepta in Seneca; A. Brancacci, Libertà e fato in Enomao di Gadara; M.
Vegetti, De caelo in terram. Il Timeo in Galeno (De placitis,
Quod animi); L. Perilli, La fortuna di Galeno filosofo. Un nuovo testimone
dei commentari neoplatonici al De elementis; B. Centrone, Cosa significa
essere pitagorico in età imperiale. Per una riconsiderazione della categoria
storiografica del neopitagorismo; F. Ferrari, I commentari specialistici alle
sezioni matematiche del Timeo; E. Berti, Il movimento del cielo in
Alessandro di Afrodisia; M. Isnardi Parente, Alessandro d'Afrodisia e il Peri tagaqou di Aristotele. Il volume è chiuso da una Bibliografia
e corredato da Indici dei nomi e delle fonti.
Andrea Falcon, Corpi
e movimenti. Il De Coelo di
Aristotele e la sua fortuna nel mondo antico
Nel
mondo antico pochi dopo Aristotele ritennero indispensabile introdurre un quinto
elemento accanto a terra, acqua, aria e fuoco a spiegazione del moto celeste,
sebbene molti fossero persuasi che i
cieli formano una regione speciale, e in qualche modo distinta, del mondo della
natura. Nel libro sono prese in esame le ragioni di Aristotele e dei suoi
oppositori.
Antichi e moderni nella filosofia di età
imperiale. Atti del II Colloquio Internazionale, Roma 21-23 settembre 2000, a cura di Aldo
Brancacci
Questo
volume raccoglie le relazioni presentate al II Colloquio internazionale sulla
filosofia in età imperiale, promosso dall’Università Tor Vergata e svoltosi a
Roma presso il CNR dal 21 al 23 settembre 2000. Il titolo del volume va inteso
come indicazione del rapporto di continuità/discontinuità/frattura che lega la
filosofia d’età imperiale alla filosofia ellenistica e d’età classica, per il
quale è lecito pensare, almeno in prima approssimazione, i filosofi di questo
periodo come i Moderni rispetto agli Antichi da cui pure provengono e in parte
dipendono. Tale rapporto si rende manifesto ai più diversi livelli –
filosofico, storiografico, esegetico – e restituisce una nota distintiva del
periodo imperiale rispetto alla fase precedente della storia del pensiero. Ma
esso allude anche al rapporto che lega i rappresentanti di tradizioni
filosofiche dalla lunga storia a suggestioni provenienti da esperienze
filosofiche e temi di dibattito propri del loro tempo: a una modernità,
insomma, che contribuisce in non secondaria misura a scavare la loro fisionomia
di pensatori. Questo il contenuto del volume: J. Mansfeld, Plato, Pythagoras,
Aristotele, the Peripatetics, the Stoics, and Thales and His Followers “On
Causes” (Ps.-Plutarchus Placita I 11
and Stobaeus Anthologium I 13); A.
Brancacci, La polemica antifatalistica di
Enomao di Gadara; F. Alesse, Il tema
delle affezioni nell’antropologia di Marco Aurelio; D. P. Taormina, Plotino lettore dei “dialoghi giovanili” di
Platone; M. Isnardi Parente, Plotino
lettore delle Epistole di Platone;
A. Linguiti, Plotino sulla felicità
dell’anima non discesa; M. Mignucci, Alessandro
di Afrodisia e la logica modale di Aristotele; L. Perilli, Menodoto di Nicomedia e i principi della
medicina empirica; C. Lévy, Pyrron,
Enésidème et Sextus Empiricus: la question de la légitimation historique dans
le scepticisme. Il volume è chiuso da una Bibliografia e corredato da
Indici dei nomi e delle fonti.
Maddalena Bonelli, Alessandro
di Afrodisia e la metafisica come scienza dimostrativa
Questo
volume si presenta come uno studio del commentario di Alessandro di Afrodisia
alla Metafisica di Aristotele, con
particolare riferimento al libro Gamma. La ragione di questa indagine risiede
nell’originalità della posizione di Alessandro nei confronti della metafisica
intesa come scienza dell’ente in quanto ente. Secondo Alessandro, infatti, tale
scienza si rivela essere assiomatico-deduttiva, secondo i requisiti scientifici
presentati da Aristotele negli Analitici
Secondi. Il libro cerca dunque di mostrare come, ma anche a quale prezzo,
l’ontologia aristotelica acquisisca in Alessandro i contorni di una scienza
rigorosa.